erboristeria

Primavera sbarazzina, biricchina che ci dona tutto: urrà!!!

Egregi noi e voi, la Primavera ci ha sorpresi prima del previsto, con clima talvolta insolito, quando ancora eravamo in Inverno ed ora che può finalmente esprimersi in tutti i suoi colori e le sue fragranze godiamo dei suoi sussulti qua e là.

Chi l’avrebbe mai detto che le Violette sarebbero di nuovo sbocciate? E le Primule? I Ciliegi?
Diciamo la verità… Noi ogni anno ci aspettiamo che tutto questo e tanto altro accada senza il nostro sforzo, perchè la Natura si impegna, costantemente a modo suo, senza stress donandoci ogni “bene di Dio”.
Esserle riconoscenti nel non danneggiarla è il minimo che possiamo fare, ma questo è un capitolo a sé stante e per fortuna qualcosa si sta muovendo.

Rosa canina pianta

Qui in Fattoria portami via siamo già attivi da un mesetto: son servite un paio di settimane per acclimatare noi, Ele& Mat, in seguito al ritorno dal viaggio in Indocina che ci ha impegnati durante l’Inverno. Dopo di che ci siamo rimessi in pista!
Diserbato l’orto l’abbiamo “rinvigorito” con il compost e del letame e poi l’abbiamo ricoperto con un bello strato di paglia, perchè tutto cominciasse a lavorare indisturbato dai venti.
Nel frattempo il semenzaio si è cominciato a riempire di piante orticole e piano piano anche di piante medicinali.
I cumuli e le aiuole di piante medicinali stanno “subendo” cure molto precise di diserbo manuale e concimazione con compost: in questi giorni la mia amica Ary dalla Toscana mi sta dando una mano in queste faccende e tra una zappata e l’altra si fanno due passi nei boschi.

Il “bottino” di Rosa canina

E’ finalmente ora di torchiare la tintura madre di Rosa canina, realizzata, oramai, un mese fa, per miscelarla al fantastico miele millefiori di Paolo, il nostro vicino amico apicoltore.
Che gioia sarà poter assaporare questo preparato in ogni momento in cui ci sentiremo debilitati, spossati fisicamente per potere riacquistare forza nel nostro sistema immunitario!

La Rosa canina è buona da pappare!!
Tintura madre: gli strumenti del mestiere, molto semplice!
Bacche di Rosa canina essiccate: vitamina C gratuita!

E’ anche il momento, tanto atteso, di raccogliere le foglie di Tarassaco, anche chiamato erba piscialetto, per colorare di verde intenso ed insaporire le nostre insalate, stimolando così l’azione depuratrice del fegato e stimolare il transito intestinale per incrementarne il potere disintossicante. Bisogna ricordare che nell’erboristeria alchemico-astrologica del periodo rinascimentale, questa pianta veniva associata al dominio di Giove: il suo calore moderato gli dona una volto di fortuna e benessere aspetti che corrispondono, a livello psichico alla giovialità, serenità, generosità ed armonia nei confronti di se stessi fondamenti essenziali per potere condividere con gli altri. Infatti, il Tarassaco, andando a fluidificare la bile, aiuta a sciogliere gli stati di rabbia e quella sensazione di essersi, come si suol dire, “legati qualcosa al dito”. Inoltre non può che fiorire in questa stagione, quella degli innamorati, poiché i suoi frutti dotati di pappo, fungono da “oracolo vegetale”. Se, soffiandovi sopra, tutti gli acheni fossero volati via allora l’innamorato avrebbe avuto speranze nel conquistare l’amata e viceversa.

Tarassaco

Vi è già capitato in questi giorni di camminar per boschi? Avete scorto qua e là tutti gli splendidi fiori di Primula che illuminano di giallo canarino il sottobosco? Bene, se vi capita di vederli, riconosceteli e, fatto questo, raccoglietene qualcuno assieme alle foglie più tenere e giovani: saranno un ottimo ingrediente da aggiungere al Tarassaco nell’insalata. Sarà lei a sostenere il vostro organismo come diuretico ed antinfiammatorio, tutte azioni che in questo cambio di stagione possono solo che instradarci verso il benessere.
Non solo!
Infatti, come esplicitò Santa Ildegarda dandole il nome tedesco “chiavi del Paradiso”, essa è davvero utile nel controllare gli stati ansiosi di cui ci capita spesso di rimanere preda in Primavera, La quale, quando arriva, non aspetta!

Primulaaaaa!!!

E’ quando sembra che sia tutto terminato che, annusando qua e là, è possibile scorgere dei gruppetti di fiori di Viola, La quale ci dona la sua sicurezza a cuore aperto. Raccogliendone qualche tenera foglia e qualche fiorellino al mattino, ringraziandola per collaborare insieme a tutte le altre erbette fin ora raccimolate nel nostro cestino. A lei potremo domandare di esprimere la sua capacità in noi di sudorifera e diuretica.

Viola odorata
Squisita insalata primaverile: lattughino, rucola, tarassaco, daikon, carote, semi di sesamo, lino, girasole, zucca: come avviare il processo depurativo!
Stay wild!

E cosa c’è di piu bello delle fioriture de tutte le Rosaceae che, senza timore, si lasciano andare al corso degli eventi: speriamo il gelo non le sorprenda!

Susino con vista serale

State attenti a non calpestare i timidi fiori gialli di Tussilago farfara: dal pallido caule eretto fino alla sfioritura, quando comincia a curvarsi, a reclinarsi al suolo. Lei lasciamola, lasciamola ripopolare il sottobosco con i suoi tempi ed il suo ritmo: pur pianta dalle attività bechica ed espettorante, oltre che antinfiammatoria il rischio di venire intossicati dai suoi alcaloidi pirrolozidinici sarebbe troppo alto.

Tussilago farfara

E quanti! Quanti ancora sono i fiori che si mostrano a noi in questa stagione incredibile!
Quando ormai tutto sembra morto lei ancora non ci ha deluso una volta: è sempre tornata!
Rendiamole grazie!
Accogliamola con riverenza!
Abbracciamo tutte le creature che ci dona con generosità!
Grazie!

Momenti con la nostra “quasi lince” Micia nell’orto-giardino
Momento di talee: Rosmarino

Sorprese a Battambang

Finalmente!

Dopo settimane di “peregrinazione” alla ricerca di un’oasi tranquilla tra gli umani, ci siamo imbattuti in un paradiso in terra.

Abbiamo visitato Kampot, dove, durante una gita fuori porta al suo vicino parco Nazionale di Bokor, abbiamo potuto essere spettatori di una natura stupenda che pensavamo incontaminata, fino al momento in cui abbiamo visto comparire, sulla cima della collina, in mezzo al “nulla”, un immenso complesso architettonico in stile comunista. Si trattava di un Casinò costruito dai cinesi (per i cinesi) ed altre strutture sempre costruite da loro. Questo ci ha lasciati un po’ amareggiati.

Ci siamo poi spostati a Phnom Penh: vita caotica, seppur interessante, dove l’ultima notte siamo stati ospiti di un ragazzo francese, che ci ha ospitato tramite couchsurfing, in un meraviglioso attico nel centro.

Abbiamo lasciato la capitale con il cuore sereno per dirigersi verso Nord e siamo così giunti a Battambang. Una città deliziosa, anche lei, come le altre, disposta sul fiume.
È stato lì che, durante un’uscita per visitare le rovine del tempio di Banan Prasat abbiamo scovato un luogo semplice, disperso nelle campagne.
Eravamo in motorino quando incontrammo un cartello in legno con scolpita una freccia ed una scritta: The Flower Garden.

The flower garden
The flower garden

Non potevamo che seguire la freccia!

Era una strada sterrata che ci portò fino alla Fattoria. Là trovammo delle persone locali che non parlavano inglese, ma ci indicarono l’accesso al giardino dove, con dedizione, coltivano e crescono fiori stupendi: macchie di colore, aiuole, un sottofondo musicale rilassante che ci hanno subito fatto sembrare di non essere in Cambogia, dopo l’esperienza della città a cui eravamo abituati.

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Arrivò un uomo che parlava qualche parola di inglese: una persona col sorriso sul volto… gli chiedemmo qualche informazione sul posto ed è stato lì che abbiamo scoperto che coltivano fiori da vendere a chi vuole fare un dono.

The flowers fields
The flowers fields

Lo ringraziammo ed attraversammo la strada. Là arrivò Kanika, una ragazza dai lineamenti raffinati: ci accoglie e ci spiega che offrono anche uno spazio di riposo per i forestieri che, durante il loro viaggio, sentono il bisogno di una pausa. Questi possono, infatti, sistemarsi all’ombra di capanne a palafitte che circondano il giardino o un un’ altro spazio, sempre all’ombra nell’aia, su amache o su tappeti, bevendo un drink.

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Non ci sembrava realtà ed eravamo FELICI di aver trovato quel posto e quelle persone!

Bananas trees
Bananas trees

Ecco allora che parliamo, parliamo e parliamo ed è lì che chiedo a Kanika se conosce qualche fattoria nelle vicinanze che cresca piante medicinali.
Non conosce nessuno che faccia quel mestiere, ma mi parla di un uomo che utilizza le piante e la Medicina tradizionale Khmer allo scopo di guarire.

Detto fatto: ci scambiammo i numeri telefonici e ci accordammo per andare a incontrare l’uomo medicina che vive ai piedi della montagna.

Due giorni dopo, come promesso, ci trovammo e partimmo tutti insieme per raggiungere lo Kru Khmer.

Un uomo di bassa statura, tutto d’un pezzo che portava i capelli neri fatti in un unico grosso rasta raccolto in testa e una barbetta folta.
Dopo le presentazioni partono le domande….

Kanika è stata la nostra interprete.
Orm è il suo nome e fu suo nonno a insegnargli i segreti delle piante. Suo nonno piantò degli alberi medicinali che ancora vivono e sono cresciuti attorno alla sua casa. Ogni pianta lì attorno è “tnam” (= “medicina” in Khmer). Ora va a raccogliere sulle montagne le piante che non può trovare vicino a casa. Una volta raccolte le essicca per poterle conservare.

Non è stato sempre semplice intendere quello che l’uomo rispondeva alle mie domande poiché Kanika non conosce perfettamente l’inglese e talvolta non riusciva a tradurre.
Tuttavia l’emozione che ho provato a stare lì in quel momento la ricordo bene: ero felice e mi sentivo onorata.

Orm dice che nella Medicina degli Khmer, oltre alle piante secche in infusi, decotti e tisane, è usanza preparare estratti idroalcolici, sciroppi, impiastri, unguenti e balsami e chissà quali altri preparati che non ho potuto comprendere.
Ci ha fatto esempi di diverse piante e di alcuni loro usi, dicendo che anche loro utilizzano tutte le parti della pianta che hanno effetti su diverse parti dell’organismo.
Ci ha mostrato, ad esempio, una radice simile allo zenzero ma la cui polpa è dotata di un colore azzurro con delle nervature concentriche. Ha chiamato questa radice “Broteal sboun”, in lingua Khmer, e ha detto che viene utilizzata in caso di problemi digestivi legati allo stomaco e bruciore di stomaco. Dopo avere accuratamente pulito la radice dalla sua corteccia con l’unghia lunga 7-8mm del mignolo (usanza comune qui in Sud Est Asiatico) l’ha assaggiata e ce l’ha passata per assaggiarla a nostra volta: un sapore pungente e balsamico allo stesso momento che ci ha fatto digerire. L’effetto è stato immediato.

L’ho sottoposto a diverse domande (spero non si sia sentito sotto interrogatorio!) una delle quali riguardava problemi di costipazione, stitichezza: non vi dico che fatica a spiegare di che cosa si trattasse…tra inglese e Khmer è stato un’impresa! Ma alla fine tra l’imbarazzo di Kanika e le risate mie e di Mat ci siamo intesi.
Così Orm si assenta un attimo e torna con una busta piena di foglie triturate. Quelle foglie appartenevano ad una pianta che ha chiamato “Konghetthom”. Chi di voi mi conosce bene sa che ne farò buon uso… Quindi: una mano in acqua da far bollire cinque minuti e bere tre tazze al giorno.
L’uomo medicina non si limita a somministrare piante per via orale o topica, bensì ci ha raccontato di un rimedio che ci è suonato un tantino “sciamanico”. I protagonisti di questo aneddoto sono le donne che hanno abortito e i rami di un albero dal nome “Kompong bayreoung”. È consuetudine che in questa occasione si leghino attorno ai fianchi della donna dei rami, appartenenti a piante di età diversa, di questa specie: questo permetterebbe alla donna di guarire.
Dopo aver “bevuto” tutte queste parole lo abbiamo ringraziato infinitamente e abbiamo immortalato quel momento in una fotografia che, vista la timidezza di Orm, custodirò senza pubblicarla.
Non mi sembrava vero di aver vissuto quei momenti quando, poco dopo, stavamo guidando allontanandoci… Eppure era successo….
Quanti momenti così ancora voglio vivere!!!!

The fishermen on the way
The fishermen on the way

Tornando a Kanika: invito tutti quelli di voi che si dovessero trovare, per qualunque fortuito motivo, nei pressi di Battambang a fare una visita al giardino!! Ne rimarranno estasiati!

E non è finita!!!

Durante il nostro soggiorno a Battambang abbiamo potuto gustare le prelibatezze del cafè HOC (Hope of Children, una ONG che ha sede nelle campagne di questa prolifica città).

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The café
The café

Il cafè è gestito da una donna giapponese che, assieme ad un monaco buddhista cambogiano portano avanti questo meraviglioso progetto.
Lui si chiama Muny ed ha avviato il progetto nel lontano 1992, quando ancora non aveva uno spazio appropriato per ospitare tutti i bambini, dunque ospitava bambini maschi nella Pagoda, dove le bambine femmine non sono ammesse.
Muny riuscì poi a trovare lo spazio dove si trova or la fattoria che ospita i bambini e le loro attività ed è in quel L’associazione ha, infatti, l’obbiettivo di fornire un supporto a quei bambini che ha incontrato, le cui famiglie sono rimaste vittime di violenza o di AIDs.

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I bambini qui giocano, frequentano la scuola del Paese al mattino o al pomeriggio, e nel resto della giornata partecipano alla classe di giapponese tenuta da alcune volontarie affezionate.
L’associazione ha trovato aiuti monetari da parte di famiglie giapponesi, italiane e francesi ed è stata in grado, in questo modo, di costruire dormitori per i bambini e per le bambine.
Muny e Ryoko si sono interrogati spesso su quale potesse essere il modo per assicurarsi delle entrate, senza dover fare affidamento sulle donazioni, (sempre ben accette), e sono giunti alla conclusione di aprire un cafè dove offrire prodotti freschi, gustosi e deliziosi appartenenti alla cucina tradizionale giapponese è Khmer. Le provviste che vengono utilizzate nel caffè vengono, per quanto la stagione lo consenta, dai campi che i ragazzi, Muny e Ryoko coltivano a riso, verdure e frutta attorno alla Fattoria.

The HOC café
The HOC café

Infatti, gli abitanti del villaggio hanno concesso loro quei campi poiché Muny è stato in grado di costruire un Tempio Buddhista dove gli abitanti del villaggio possono recarsi per le loro preghiere e donazioni a Buddha.

Insomma: un lavoro ben fatto!
I nostri complimenti a Muny e Ryoko che donano ogni giorno la loro esistenza a questi bambini, i quali, altrimenti, forse non avrebbero un futuro.
Andate a trovare anche loro se capitaste da quelle parti!! Trovate le indicazioni sul volantino in foto postata qui sotto.

Ah, dimenticavo, per chi di voi volesse cambiare vita o si trovasse ad avere un lungo periodo da voler dedicare agli altri può contattare Muny e/o Ryoko e andare a fare volontariato alla Fattoria e al caffè!

La nostra visita a Battambang era ormai al termine: soddisfatti e felici degli incontri salutammo la città al mattino presto, lasciandola per dirigerci verso nuovi orizzonti…

A presto a tutti!

Si aprono le porte alla mia nuova realtà erboristica!

Ritrovati gli scarponi siamo stati subito pronti a rimboccarci le maniche per la nuova stagione erboristica!

Dopo una lunga pausa invernale amici miei non è stato difficile: la voglia di sporcarsi le mani di terra e sentire il profumo del lavoro sulla pelle è davvero tanta!

E dunque inizia una nuova avventura per me, Pois Raw, che ora non son più sola: ad addolcire le mie giornate c’è il mio compagno M. Insieme abbiamo un bel progetto: quello di far partire una realtà erboristica che diventi il nostro nido e trampolino di partenza ed ispirazione, oltre che luogo dove portare le nostre esperienze carpite in qua e in là da persone, maestri e saggi.

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La pioggia primaverile non sembra sempre d’accordo, ma ci consente intervalli di riposo davanti al focolare tra i momenti di lavoro fuori e soprattutto riempie le falde acquifere che daranno da bere alle nostre piantine quest’estate. Le piogge che si ripetono in questi giorni aiutano anche i nostri semini del sovescio multi floreale distribuiti su parte del terreno due settimane fa a germinare. In questo modo anche le api quest’anno potranno avere rifornimento di nettare  gironzolando qua e là tra tutti i colori.

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Insomma i presupposti sono buoni per potere passare la prossima stagione tutti insieme in compagnia felicemente nella speranza che anche la pioggia si ripresenti  e  le gelate aspettino il prossimo inverno.

Vediamo un po’ dunque cosa manca…

Ah! Le piantine!!!

😉

Le piantine sono in fase di produzione: in questi giorni potrò finalmente seminare in semenzaio, anch’esso in fase di compimento e ringrazio per questo Mattia e il nostro vicino F. che si impegnano ad aiutarmi.

 

Da un anno a questa parte non solo abbiamo preso la splendida decisione di dedicarci a questo progetto, bensì anche quello di andare a vivere nella casa che i genitori di M. hanno ristrutturato. Questo loro dono ci permetterà di includere nel progetto la possibilità di offrire ospitalità di vario genere ed organizzare eventi erboristici, del benessere o artistici.

Finalmente la casa è quasi pronta grazie all’aiuto di muratori e artigiani locali ed ora cominciano i primi ritocchi interni tra cui quello che è stato lo “svecchiamento” e decoro dei mobili della cucina che mamma D. mi ha aiutata a fare in stile shabby chic o chic decò vintage. Il risultato è stato inaspettato ma bello J e soprattutto è stato divertente condividere questo laboratorio con lei!

Durante questa splendida esperienza in divenire e piena di sorprese, (come ogni cammino), il mio impegno si aprirà a 365°, da una parte per la moltitudine di attività di cui ci occuperemo per rendere la fattoria operativa . Sull’altro versante voglio far “crescere” anche il terreno dei miei genitori sui monti Bergamaschi. Qui la vecchiaia degli Abeti rossi con cui sono cresciuta ogni estate da che sono venuta al mondo ha costretto mamma e babbo a trasformare quella che era considerata una delle più belle “pinete” della valle in prato. Questo è il luogo dove gli scorsi anni ho potuto cominciare a mettere in pratica alcune delle nozioni pratiche e teoriche che avevo imparato durante le varie esperienze. La volontà dei miei genitori è quella di renderlo un frutteto dove anche gli alberi dei nostri boschi bergamaschi possono essere accolti.

Ecco allora che io voglio affiancarli per quanto mi sarà possibile conciliando il lavoro che mi impegnerà tanto qua nell’Oltrepò  Pavese, dove stiamo io ed M., con quello del frutteto in Val Gandino di mamma e babbo.

Le cose che vorrei fare sarebbero tantissime ancora, ma credo che per l’anno questi obbiettivi siano già un bel traguardo da raggiungere.

Dunque: pronti! Partenza! Via!

Senza guardarsi indietro, se non per imparare da ogni esperienza!

E come mai vi ho raccontato tutto questo?

Ah sì! Volevo giusto rendervi partecipi degli innumerevoli cambiamenti e soprattutto invitarvi a seguirmi per trascorrere quest’esperienza insieme e crescere insieme e, chissà, magari a partecipare a qualche iniziativa durante il corso degli eventi.

“Le vie del Signore sono infinite!”

Chi lo diceva? Ah già! La Bibbia! Beh aveva proprio ragione!

In gergo inglese si dice “Stay tuned!”, che significa…no dai! Non ve lo traduco XD
Amici miei imparate l’inglese se non lo conoscete: apre un sacco di porte!

P.s. Presto caricherò un sacco di foto!