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Tutto fermo, ma non la Natura…

Foglie che vibrano, verdissime…parlano accarezzate dal vento. Tronchi ondeggiano al cielo e sono le note di Mat all’Hang Tank drum che mi cullano e ritmano il mio “spippolare” sulla tastiera. Mi guardo attorno e tutto è in fiore, fresco, di colori sgargianti. Un vaso sul tavolo con un mazzetto di fiori gialli profumatissimi di Ginestra mi rassicura e mi dice che la nonna sta bene.

Alberi nel bosco

Sono finalmente seduta qui a scrivere ed esprimere ciò che ho vissuto in questi tre mesi trascorsi.

Di ritorno dal Marocco avevo un articolo pronto riguardo le ultime esperienze, impressioni e riflessioni da condividere , mai pubblicato… E da lì di corsa giù alla potatura degli olivi conclusasi, quest’anno, senza Assemblea del WWOOF.

Tutto fermo, tutto bloccato.

Sono stati mesi duri per tutti, penso, in un modo o nell’altro, e durante i quali ho preferito restare in “silenzio”: quante informazioni, quante energie si sono mosse; ci sono stati i momenti di informazione, ci sono stati i momenti di contro-informazione… e alla fine mi son sentita tanto svuotata che ho optato per la non-informazione e basta. Talvolta mi è risultato difficoltoso mantenere quel centro su cui tanto dondolo.

È stato un periodo di solitudine forzata, è vero, ma vi rivelerò che in questi attimi, in realtà, mi sono trovata circondata da un sacco di creature, che in altri momenti avrei rischiato di dare per scontate…

Parlo delle mie care sorelle piante le quali piano piano, con il lento “arrendersi” del gelo, si sono fatte spazio tra la terra generosa e sono tornate anche quest’anno; i germogli degli alberi i quali timidi e prudenti hanno spinto fino ad esplodere nella luce…i primi fiori fecondi con i loro profumi freschi ed accoglienti che già venivano sorvolati da flotte di bombidi, api ed altri insetti…

L’aiuola di fiori sulla discesa che porta a casa.

Il cinguettio dei volatili mi ha accompagnato di giorno, così come di notte… stormi di uccelli che partivano improvvisamente in sincronia mi hanno ricordato cosa significa essere viva e volare, anche con la fantasia.
Il fratello vento ogni tanto soffiava più del solito ed al caldo riportava il freddo e versa vice: danzava insieme alle nuvole che creavano forme e sfumature nel cielo concretizzando sogni e percezioni.

Scorcio di un cielo mare e di colli all’infinito

Talvolta vento portava la pioggia: acqua preziosa che sgorgava e scorreva dissetando tutto quanto… e con il suo fluire lavava via ciò che doveva essere lasciato andare.

Fiumiciattolo nel bosco sotto casa

All’alba andavo a cercare il sole che manteneva la sua promessa ogni giorno e mi donava la gioia di vivere scaldandomi il petto.

Osservare i mici ed interrogarmi su cosa potessero pensare mi ha incuriosito parecchio… come al solito.

Giuliana e la Micia sul muretto

Mi era difficile rientrare in casa dal giardino e chiudere la porta dietro di me per ritrovarmi delimitata dalle mura, ma vi svelo un segreto: anche lì non ero sola…
Ragni, scolopendre, cimici buffe…si mostravano a me in continuazione…e, seppure in principio io fossi un po’ scocciata (in campagna è un “must” l’insetto in casa) di doverle trovare sempre io e mai Mat ;P mi sono resa conto che ciò accadeva perchè volevano farmi compagnia e ricordarmi che loro c’erano… Anche lì dove ero più lontana dalla Natura, questa mi veniva a trovare…
Seppure possa apparire un po’ macabro, vi posso assicurare che è stato molto bello ricevere le loro visite ed avrei augurato a chiunque soffrisse di solitudine di riuscire a instaurare una comunicazione con questi esserini se avesse ricevuto la loro visita.

Un bunny salvato dalle grinfie di Giuliana

Come ad ogni primavera ci siamo saziati con il giardino pieno di “malerbe”: primula, tarassaco, cicoria, violetta, ortica, parietaria, achillea, luppolo, pimpinella, fiori di sambuco, fiori di robinia, erba cipollina, alliaria, farinaccio…. e non so che altro… gli aromi della vita si sono manifestati nei nostri stomaci per creare nutrimento, depurazione e guarigione.

Squisiti ingredienti selvatici per preparare una cenetta deliziosa per mamma e babbo: insalata con trifoglio, erba cipollina, borragine e pimpinella e frittata a base di infiorescenze di borragine, erba cipollina e sciopetì

È davvero divertente e gratificante cimentarsi nell’inventare ricette a base di piante spontanee e cercare di capire quali abbinamenti con spezie e “odori” siano proficui oppure no… Ad esempio: provate anche voi a grattare un po’ di scorza di limone quando preparate un piatto a base di parietaria!

Piatto a base di cecina, ricotta di pecora guarnita con erba cipollina ed un pizzico d’olio da spalmare sul pane fatto da Mat e una spadellata di trevisana, achillea e tarassaco.

Kefir e Kombutcha ci hanno salvato la vita convertendo l’acqua corrente del rubinetto in benefiche e vivifiche bevande gradevoli e personalizzabili.

Kombutcha e Kefir

Ecco qui un esempio di kefir alla melissa e limone per rilassare gli “animi disperati” durante la giornata.

Kefir aromatizzato alla Melissa

Questa pandemia ha rinnovato anche altri fermenti: Mat ha ripreso a fare il pane con la sua antica pasta madre ereditata durante i suoi viaggi attorno alla penisola e una mitica farina tipo 2 di grano della nostra cara amica Maria che ci ha salvati. Inoltre, ghiotti di yogurt, abbiamo pensato fosse meglio per il portafoglio e anche per il nostro divertimento cominciare a produrcelo da noi: risultato eccellente.

Si è pure imbottigliato con la luna quasi calante!!!

Imbottigliamento del vino in “Cantina Emanuelli” ;P

E finalmente è possibile andare a fare passeggiate ed escursioni durante le quali ammirare impronte di animali selvatici…

impronta: chi indovina di quale bestiola sia? Io ho dei sospetti…

E l’orto? Beh il “giardino mangiabile” ci ha tenuti impegnati fin dal principio ed ora tutto è pronto e cerchiamo di rispettare l’equilibrio tra le creature che lo abitano in modo tale da poterci cibare un po’ anche noi ;P

Il nostro orto <3[/caption] Anche il giardino delle piante officinali è già in fiore: parecchie specie come papavero rosso, fiordaliso, calendula, escolzia, camomilla sono pronte per essere raccolte e selezionate per le varie preparazioni. [caption id="attachment_373" align="aligncenter" width="320"] Una parte dell’infinito e, quasi all’orizzonte, una spirale<3 <3 <3[/caption] [caption id="attachment_378" align="aligncenter" width="320"] Papaver rhoeas, Matricaria chamomilla, Centaurea cyanus, Aquilegia spp., Escholtzia californica, Calendula officinalis

Ci auguriamo presto che voi artri possiate spostarvi e venirci a trovare per gradire un po’ anche voi della piacevole atmosfera e condividere esperienze ed emozioni.

Primo falò con cerchio del femminino della stagione

Vi aspettiamo nella stagione a venire!

Stay tuned!

Primavera sbarazzina, biricchina che ci dona tutto: urrà!!!

Egregi noi e voi, la Primavera ci ha sorpresi prima del previsto, con clima talvolta insolito, quando ancora eravamo in Inverno ed ora che può finalmente esprimersi in tutti i suoi colori e le sue fragranze godiamo dei suoi sussulti qua e là.

Chi l’avrebbe mai detto che le Violette sarebbero di nuovo sbocciate? E le Primule? I Ciliegi?
Diciamo la verità… Noi ogni anno ci aspettiamo che tutto questo e tanto altro accada senza il nostro sforzo, perchè la Natura si impegna, costantemente a modo suo, senza stress donandoci ogni “bene di Dio”.
Esserle riconoscenti nel non danneggiarla è il minimo che possiamo fare, ma questo è un capitolo a sé stante e per fortuna qualcosa si sta muovendo.

Rosa canina pianta

Qui in Fattoria portami via siamo già attivi da un mesetto: son servite un paio di settimane per acclimatare noi, Ele& Mat, in seguito al ritorno dal viaggio in Indocina che ci ha impegnati durante l’Inverno. Dopo di che ci siamo rimessi in pista!
Diserbato l’orto l’abbiamo “rinvigorito” con il compost e del letame e poi l’abbiamo ricoperto con un bello strato di paglia, perchè tutto cominciasse a lavorare indisturbato dai venti.
Nel frattempo il semenzaio si è cominciato a riempire di piante orticole e piano piano anche di piante medicinali.
I cumuli e le aiuole di piante medicinali stanno “subendo” cure molto precise di diserbo manuale e concimazione con compost: in questi giorni la mia amica Ary dalla Toscana mi sta dando una mano in queste faccende e tra una zappata e l’altra si fanno due passi nei boschi.

Il “bottino” di Rosa canina

E’ finalmente ora di torchiare la tintura madre di Rosa canina, realizzata, oramai, un mese fa, per miscelarla al fantastico miele millefiori di Paolo, il nostro vicino amico apicoltore.
Che gioia sarà poter assaporare questo preparato in ogni momento in cui ci sentiremo debilitati, spossati fisicamente per potere riacquistare forza nel nostro sistema immunitario!

La Rosa canina è buona da pappare!!
Tintura madre: gli strumenti del mestiere, molto semplice!
Bacche di Rosa canina essiccate: vitamina C gratuita!

E’ anche il momento, tanto atteso, di raccogliere le foglie di Tarassaco, anche chiamato erba piscialetto, per colorare di verde intenso ed insaporire le nostre insalate, stimolando così l’azione depuratrice del fegato e stimolare il transito intestinale per incrementarne il potere disintossicante. Bisogna ricordare che nell’erboristeria alchemico-astrologica del periodo rinascimentale, questa pianta veniva associata al dominio di Giove: il suo calore moderato gli dona una volto di fortuna e benessere aspetti che corrispondono, a livello psichico alla giovialità, serenità, generosità ed armonia nei confronti di se stessi fondamenti essenziali per potere condividere con gli altri. Infatti, il Tarassaco, andando a fluidificare la bile, aiuta a sciogliere gli stati di rabbia e quella sensazione di essersi, come si suol dire, “legati qualcosa al dito”. Inoltre non può che fiorire in questa stagione, quella degli innamorati, poiché i suoi frutti dotati di pappo, fungono da “oracolo vegetale”. Se, soffiandovi sopra, tutti gli acheni fossero volati via allora l’innamorato avrebbe avuto speranze nel conquistare l’amata e viceversa.

Tarassaco

Vi è già capitato in questi giorni di camminar per boschi? Avete scorto qua e là tutti gli splendidi fiori di Primula che illuminano di giallo canarino il sottobosco? Bene, se vi capita di vederli, riconosceteli e, fatto questo, raccoglietene qualcuno assieme alle foglie più tenere e giovani: saranno un ottimo ingrediente da aggiungere al Tarassaco nell’insalata. Sarà lei a sostenere il vostro organismo come diuretico ed antinfiammatorio, tutte azioni che in questo cambio di stagione possono solo che instradarci verso il benessere.
Non solo!
Infatti, come esplicitò Santa Ildegarda dandole il nome tedesco “chiavi del Paradiso”, essa è davvero utile nel controllare gli stati ansiosi di cui ci capita spesso di rimanere preda in Primavera, La quale, quando arriva, non aspetta!

Primulaaaaa!!!

E’ quando sembra che sia tutto terminato che, annusando qua e là, è possibile scorgere dei gruppetti di fiori di Viola, La quale ci dona la sua sicurezza a cuore aperto. Raccogliendone qualche tenera foglia e qualche fiorellino al mattino, ringraziandola per collaborare insieme a tutte le altre erbette fin ora raccimolate nel nostro cestino. A lei potremo domandare di esprimere la sua capacità in noi di sudorifera e diuretica.

Viola odorata
Squisita insalata primaverile: lattughino, rucola, tarassaco, daikon, carote, semi di sesamo, lino, girasole, zucca: come avviare il processo depurativo!
Stay wild!

E cosa c’è di piu bello delle fioriture de tutte le Rosaceae che, senza timore, si lasciano andare al corso degli eventi: speriamo il gelo non le sorprenda!

Susino con vista serale

State attenti a non calpestare i timidi fiori gialli di Tussilago farfara: dal pallido caule eretto fino alla sfioritura, quando comincia a curvarsi, a reclinarsi al suolo. Lei lasciamola, lasciamola ripopolare il sottobosco con i suoi tempi ed il suo ritmo: pur pianta dalle attività bechica ed espettorante, oltre che antinfiammatoria il rischio di venire intossicati dai suoi alcaloidi pirrolozidinici sarebbe troppo alto.

Tussilago farfara

E quanti! Quanti ancora sono i fiori che si mostrano a noi in questa stagione incredibile!
Quando ormai tutto sembra morto lei ancora non ci ha deluso una volta: è sempre tornata!
Rendiamole grazie!
Accogliamola con riverenza!
Abbracciamo tutte le creature che ci dona con generosità!
Grazie!

Momenti con la nostra “quasi lince” Micia nell’orto-giardino
Momento di talee: Rosmarino

Rientro dall’Indocina

Muscat aeroporto, Oman, 20/02/2019

Non possiamo crederci sia già finita…forse perché in realtà non è finita per niente quest’avventura…

Lasciata Bangkok questa mattina, molto prima che facesse alba: gli zaini sono apparsi più leggeri di quando ce li eravamo caricati in spalla 85 giorni fa… Non si tratta di oggetti, bensì di attitudini che, con determinazione, abbiamo lasciato alle spalle: di fronte alle difficoltà avremo dei ricordi a cui attingere per trovare la forza e la chiave per superarle… E continueremo ad imparare al nostro passo, a vedere con i nostri occhi.

Graffiti

Ritornare a Bangkok nei giorni scorsi per prepararci al rientro è stato, inaspettatamente, piacevole (esclusa qualche occasione in cui siamo rimasti incastrati nel “carnevale” di turisti: locali ed attività pensate per loro).

Bar-auto sulla strada: take it easy!

Rivedere i posti della città visitati i primi giorni del viaggio con altri occhi, dopo avere incontrato alcuni tra i luoghi più remoti del Sud Est Asiatico, aver visto come vive la gente là ci ha donato una chiave di lettura per trovare spiegazione o porsi domande su come si sia potuto evolvere tutto in quel modo….sul perché di alcune loro azioni, visioni, concezioni…

Statue votive nel quartiere di botteghe dedicato, Bkk

Le persone in questi luoghi sono indubbiamente belle…

Bottega di erbe medicinali della tradizione thai
Tartaruga nei canali attorno ad un tempio
 Canale, battellino e gente di Bangkok
Bottega del ferro riciclato Bkk (posti assurdi)
Contrasto tempio-pubblicità
Meak Bochea, festività buddhista: riunione spontanea dei monaci attorno agli insegnamenti del Buddha durante il plenilunio

Ci troviamo in Oman, all’aeroporto nuovo di zecca di Muscat, dove attendiamo l’aereo di coincidenza per l’Italia, Milano Malpensa. Chi ci circonda sono specialmente persone locali vestite con abiti tradizionali, tuniche, turbanti, veli… Vediamo occhi di volti curiosi che si celano dietro a teli neri…
Talvolta uno scalo in aereo può risultare tanto interessante.
È ora dell’imbarco e ci dirigiamo tutti sull’aereo.

21/02/2019

Siamo in Italia…
L’aria è più frizzante, ce ne siamo accorti già usciti dall’aeroporto ieri sera.
Sono bastati 10 minuti una volta scesi dall’aereo per rendersi conto di essere tornati qua: la cafoneria, non il rispetto del diverso, si sono manifestati al ritiro bagagli, quando un ragazzo frustrato che lavora lì a Malpensa si è rivolto in Italiano ad una famiglia indiana che non capiva la lingua…
Come fare a superare la frustrazione? Dovrebbe avvenire un cambiamento culturale nel nostro Paese…Chissà se ce la faremo…basterebbe metterci un po’ di volontà anche di condividere le proprie pene con gli altri e sentire e vedere gli altri e le loro pene…
Siamo fiduciosi!

Al risveglio stamani mi è stato inevitabile pensare all’Indocina da cui siamo appena tornati e ripercorrere le tappe.

Ricordo i volti di chi abbiamo incontrato e con cui abbiamo condiviso qualcosa….È semplicemente stupendo…
Ve le vorrei scrivere, descrivere, mostrare, spiegare di come li abbiamo conosciuti, di ciò che sappiamo e di ciò che abbiamo potuto intuire di loro… Ma temo che potrebbe risultarvi un tantino noioso.
Preferirei raccontarvi tutto di persona con la mia mimica sfacciata e spontanea e lasciarvi la curiosità di incontrarli voi stessi senza che io vi riveli tutto quanto!

In questo viaggio abbiamo potuto immortalare in una sfilza di fotografie momenti, luoghi, persone che ci colpirono…
Ma quello che davvero mi porto nel cuore sono le fotografie ed i video non fatti delle occasioni in cui abbiamo preferito goderci e vivere completamente l’attimo senza distrarci dietro l’obbiettivo…Saranno queste che custodiremo nella nostra storia… Saranno questi ricordi che ci faranno brillare gli occhi nel raccontarli… Saranno queste alcune tra le memorie più preziose che coroneranno la nostra vita…

Rendiamo grazie!

E ringraziamo voi che avete voluto seguirci, che avete voluto condividere con noi una tale esperienza! La mia speranza è che in qua ed in là abbiate potuto sentirvi un po’ lì con noi…non invidiandoci, ma, anzi, trovando uno spunto per poter partire in esplorazione anche voi.
Io vi ringrazio perché, sapendo di voi, ho trovato, in alcuni momenti duri, la forza di scrivere…di raccontarvi…e vi ho sentiti vicini…
Grazie!
Kòrp jai!

A presto!
Sabai dee!!

E state sintonizzati sul blog che ce ne saranno di nuove!

Il tempo gocciola e tiriamo le somme

Il tempo ci sfugge di mano…

Siamo a pochi giorni dal termine…E non ci par vero…dopo due mesi e mezzo a rincorrere le tappe del nostro grande “loop” (giro) abbiamo deciso di prenderci queste ultime due settimane thailandesi per riposare e ripercorrere i passi effettuati, le scoperte realizzate…le rivelazioni ottenute…

Mi guardo allo specchio e, ammetto, posso vedere i segni di questi tempi percorsi: sono ancora io, ma diversa.

Il viaggio ancora non è concluso e chissà cosa ci aspetta per i prossimi giorni: c’è sempre qualche colpo di scena dietro l’angolo. Qualunque cosa, pur semplice che sia, può rivelare un messaggio, può sussurrare un segreto, mostrarti una via… può generare uno shock, può rincuorare, coccolarti e farti sentire a tuo agio… Tu devi solo “essere” e intuire quanto puoi tenerti “aperto”, oppure se è meglio “chiudere” un po’… La porta del cuore, la porta dell’anima…solo tu sei in grado di esserne…”La portinaia!” (sorriso sul volto di chi è appassionato dei vecchi Giacomo e gli altri due)….torniamo a noi…

Pai: lungofiume

Ci troviamo a Pai, Thailandia: è un posto parecchio turistico, è vero, ma qui, come a Chiang Rai (tappa precedente) stiamo trovando la situazione ideale per permetterci di osservare, di osservarci.
Abbiamo preso alloggio al KK Hut: un delizioso e, ovviamente, economico gruppo di capanne con l’amaka sotto il portichetto. Leggere, scrivere, approfondire, dialogare ed, anche sì, un po’ di esplorazione sono le attività che ci occupano le giornate…

A nord di Pai

Pai è una cittadella tranquilla dove è possibile trovare il centro della vita notturna, evitabile a piacimento, e la parte dedicata ai dormitori dove la vita è davvero piacevole; in ogni caso gli edifici sono bassi e questo lo apprezzo.
È contornata da un terreno montuoso dove è possibile vedere il cielo, albe e tramonti.

…questo è tutto mio…questo è tutto nostro…

Ci sono attività sportive ed anche attrazioni naturali come caverne, cascate, un Canion, geyser, e sorgenti di acqua calda… Non volendo mettere troppa <>, ci limiteremo a visitare le novità… Non vogliamo correre.

Piccolo geyser: se avete due uova da bollire…..

Siamo molto grati per questa opportunità vissuta fino ad ora e pieni di entusiasmo per l’avvenire.

Cecati dal sole delle 11

C’è il koreano che suona e canta un malinconico rock, scandendo la mattina, il pomeriggio, la sera con musica e meditazione… C’è il britannico venuto qua per espiare qualcosa, cercare un po’ di stabilità per la sua vita nella quiete di questo luogo… Ci sono state le coppie di giovani russi: tranquilli, entusiasti di esplorare e con lo spirito giusto… C’è stato l’uomo “inquadrato” di mezza età: imbarazzato al contatto, si teneva aggiornato online e tentava di adattarsi ad una vita ridotta ai minimi termini… C’è la donna dipinta di anni ’70: passeggia in riva al fiume che scorre…ed ancora, ed ancora…e poi…
… Poi ci siamo noi… come eravamo ci conoscevate…come siamo ci conoscerete!

Aggiro per Pai… Ci piacciono i fiumi come avrete notato…
Un esemplare di elefante e la sua “caccotta”
Ta Pai memorial bridge
Monaco viandante a spasso
Pai canyon
Tramonto al Pai canyon
Alla hotspring nella riserva naturale a Nord di Pai
Angolino “spaziale” nelle campagne di Pai
Io sotto la nostra capanna
…guardando dall’alto scorsi in lontananza…

Le ultime tappe laoziane

E così è successo: abbiamo lasciato il Laos.
Il tempo là è stato così magico, così appagante, le persone belle, i paesaggi mozzafiato, le esperienze “fullfilling”….che non ho praticamente mai avuto modo di aggiornarvi. Il Laos ci è piaciuto talmente tanto che ci sembra ieri quando siamo entrati nel Paese…il tempo lì è trascorso piu velocemente… è un’ingiustizia!

La capitale era un “must” da visitare dunque dopo Tham Kong Lor ci siamo andati. Là abbiamo visitato templi in città e fuori città…abbiamo risolto un piccolo problemino burocratico ,(estensione del visto), ed abbiamo visitato uno dei monumenti più importanti del Laos: lo Stupa dorato Pha That Luang.

Lo stupa dorato
Buddha Park

Da lì ci siamo spostati a Vang Vieng. Attorno a questo luogo abbiamo compenetrato le buie viscere della terra. Infatti anche qui, come a Kong Lor, le montagne rocciose a strapiombo sono state modellate internamente da penetrazioni acquose lente e profonde…
Non siamo riusciti a fermarci dietro i divieti o a seguire il consiglio di non andare oltre… Quello che ci ha spinti a strisciare, talvolta, per raggiungere le camere successive delle caverne, forse, è stata la consapevolezza che quei momenti ERANO, che non potranno essere più, e che li stavamo vivendo noi, lì…nessuno ce li aveva raccontati.
Curiosità, stupore, paura, talvolta, ci hanno fatto sentire vivi…e me la ricordo la connessione che ho provato in quei momenti con la Natura.
Non ci sono altre parole da aggiungere.

Hoi Cave

Cristalli residui sulle pareti di Hoi Cave: un’emozione indescrivibile

Blue lagoon 4: che bei salti!
Quando ci siamo “persi” in mezzo alle risaie
Aracnidi che si possono trovare al buio nelle caverne

Nell’ultimo periodo siamo stati a Luang Prabang, una città coloniale francese: un gioiellino!
Ci è servito un po’ ricominciare a tastare un po’ di Europa per prepararci all’imminente partenza….
Luang Prabang è una meta desiderabile ed alla portata di coloro che vogliano cambiare aria, ma non abitudini: infatti offre tutto ciò che un europeo potrebbe ritrovare in patria, ma in una dimensione accogliente, dove tutto è raggiungibile a due passi e dove i Laoziani sembrano stare divinamente….
Ci è sembrato di trovarci a Spectre: chi ha mai guardato “Big Fish”, (capolavoro di uno dei miei registi preferiti), potrà intendere la sensazione.

Ponte in bamboo di attraversamento del Mekong
Barche al tramonto
Auto d’epoca fuori da un’hotel
il nostro amato mercato dell’alba
Vista della città dalla collina Phou Si
Raffigurazioni sulla facciata di uno degli svariati templi della città
Scatto: The story telling

Ad una trentina di km da Luang Prabang si trovano la cascata Kuang Si. Abbiamo avuto la gioia di visitarle e venire “spruzzati” dalla sua potenza. A qualche km a piedi piu su delle cascate è stato possibile vederne anche la sorgente: una pozza d’acqua, apparentemente, calma.

La parte più alta delle cascate

È stata una piacevole sorpresa trovare lì, dentro il Parco delle cascate una riserva di orsi a tremendo rischio di estinzione nelle foreste del Lao, il Moonbear. Queste creature sono cadono nelle avide mani dei bracconieri che li cacciano per le loro zampe (usate per la preparazione di zuppe) e per la loro bile (che viene usata in Medicina tradizionale cinese per la cura di patologie epatiche e per rinforzare il fegato). Povere creature… Nella riserva ne abbiamo visti cinque, ciascuno con un nome e delle abitudini ed attitudini.
Simpaticissimi!

Moon bears della riserva

Una Natura incredibile…
Ragazzi!
Ma che ve lo racconto a fare?!?
Dovete veniiirciiii!!!!

Ficus altissima che culla Mat

E non è finita qui!!!

Subito dopo Luang Prabang abbiamo viaggiato a Luang Namtha!!!! Pensavamo di non riuscire a permettercelo, invece siamo riusciti a partire per una spedizione nella giungla del Laos in zone a pochi (dico davvero pochi) km di distanza dalla Cina. Nella spedizione eravamo in tre coppie e due giide locali. Ho chiamato la spedizione “coping with joy and health the next goal”, vorrebbe significare nel mio inglese un po’ maccheronico “perseguire con gioia e salute il prossimo obbiettivo”… Questo perché i momenti di peircolo ci sono stati: una coppia di ragazzi faceva fatica a reggere il passo su per le scoscese pendici della giungla Nord della Nam Ha National Protected Area, mentre io, il secondo giorno, ho dato spettacolo con un fantastico capitombolo dopo che unaporzione di terreno ha ceduto sotto i miei piedi. Per fortuna tutto apposto 😉

Eccola qua un po’ di giungla
Il torrentello nella giungla

Durante la camminata abbiamo visitato dei villaggi i cui abitanti appartengono ad alcune delle minoranze etniche laoziane. Un villaggio Taidam dove abbiamo cantato, ballato e mangiato e sorseggiato con gli abitanti generosi in occasione del Capodanno della loro etnia e due villaggi Akha. Abbiamo dormito in uno di questi ospitati da una famiglia.
Abbiamo anche avuto tempo prima del pranzo su foglie di banano, il secondo giorno, di fare un bagno nelle GELIDE acque rivitalizzanti di una cascata.

Il bagno nello specchio della cascatella
Bestiolotte maialose all’homestay
Usciti dalla foresta alberi di caucciù

E ce ne sarebbero altre ed altre ancora….quanti volti abbiamo incontrato, quante presenze simpatiche…
…ma il sole oggi è tramontato per noi in Laos e siamo già in Thailandia. Un giorno per noi il sole del Laos sorgerà di nuovo…
Quante cose ancora da scoprire!

Stung Treng: gita in campagna

Stung Treng, 03 Gennaio 2019
Gita in motorino

Stupendo: strade sterrate e gente ancora pressoché “incontaminata”.

Ponte di legno

Ci fermiamo un attimo ed al di là della starda c’è un tempio, Mat entra nel tempio, mentre io lo attendo sulle sponde del Mekong, a Sud.
Non me la sento di entrare al tempio, mi sentivo un tantino a disagio, nonostante non fosse certo la prima volta. È un giorno così…

Il tempio della Pagoda
Il tempio

Mat torna e racconta che al tempio una signora gli ha offerto del cibo. Lui ha ringraziato, ma non lo ha preso.
Sentivo che avrebbe voluto accettarlo, dunque gli dico che saremmo tornati nel tempio.

E così è stato, per grazia divina.

Torniamo nel tempio e la donna ci offre del cibo: lei e dei bambini continuano a portarci piatti. Noi non sapevamo come ringraziare.
Mangiammo questo cibo preparato con dedizione. C’era anche un monaco.

Dopo il pasto cercammo di dialogare, chiaramente senza parlare la stessa lingua.
I gesti, ma soprattutto, gli sguardi ci permisero di comunicare.

Ci siamo donati gli uni agli altri, senza pretese, senza recitare, veri.
È stato un momento bellissimo.

Poco piu tardi c’è stato chi ha riposato, e chi….ha goduto del momento, assaporando il tempio.

Il tempio lo teniamo dentro di noi, solo che non ci concediamo mai i momenti per celebrare i nostri rituali, per riflettere, per osservare, per ascoltare, per stare.
Ecco che nasce il tempio fisico: per darci la possibilita di fare tutto questo, in un luogo dedicato a questo, dove ci sentiamo legittimati a dedicare tempo a noi, agli altri, a qualcuno, a qualcosa….e chissà….
Ecco la sua importanza…

Noi siamo qui, siamo come siamo, dobbiamo accettarci e donarci all’altro così, senza imitare (nel bene e/o nel male) cio che pensiamo di essere.
Per stare bene con noi stessi: siamo sinceri con noi e con gli altri e assicuriamoci la “fortuna” di trovare altri che facciano lo stessocon noi, chiamiamoli a noi…

Sii come sei.

Altre fotine della gita deliziosa…

C’è chi rumina
Tenero orticello in pendenza 1
Tenero orticello in pendenza 2
Una chiesa
Er ‘ bove vorse?
Pescatore sul Mekong
Mangiando sopra il Mekong

Qualche foto attorno a Stung Treng:

La famigliola all’ orto sul Mekong
Mekong
In visita al Mekong Blue: centro per le donne
La storia dei delfini nel Mekong

A risentirci alla prossima!

La pazienza dell’attimo

Sembrava impossibile, ma eccoci qua con un semenzaio da fare invidia!

Tuttavia l’invidia non è il sentimento che voglio scatenare, anzi!

Quello che voglio è poter condividere con voi questo magnifico momento di profonda ispirazione ed inspirazione 🙂 Esatto, non è un errore di battitura: osservare le piante, la loro lenta, ma potente ed incredibile, crescita è capace di donarci un soffio vitale. Infatti affiancandole giorno dopo giorno, momento dopo momento, nell’attimo che fugge traggo il coraggio di continuare sul mio percorso, perchè è come deve essere…come una pianta cresce con le sue difficoltà e gli ostacoli imprevisti, così faccio anche io. Ma torniamo al semenzaioooo! Chebbello!

Ð

E’ stato divertentissimo collaborare con Domenico, il nostro esperto muratore per adattare la struttura in cemento preesistente, che fino ad allora era adibita a gazzebo, a semenzaio/serra.

Per fare questo ho acquistato del policarbonato alveolare, delle fodere e dei travetti in legno, chiodi, viti….e questo genere di cose. In più abbiamo riciclato una porta che superstite dalla vecchia casa e un’altra donata da Domenico.

Ci ha insegnato un sacco di trucchi che non posso svelarvi ;P

õ

Non possiamo dimenticare l’aiuto che anche Bruno e Marina, i genitori di Mattia, ci hanno offerto: infatti son stati pronti a porgerci la loro mano nei loro giorni di riposo dal lavoro.

Bruno with Dexter ;P
Bruno with Dexter ;P

E dopo avventure e peripezie, tra cui i momenti che Mat spariva sul tetto della serra a prendere il sole, finalmente siamo giunti a conclusione.

Et voilà!

œ
œIl semenzaio eccolo qua!

Ed ora finalmente mi prendo questo tempo per scrivere, fissare, non dimenticare, nonostante il tempo scorra… E sono qui seduta sulla poltroncina, fuori. Sotto i miei piedi il cotto della casa che ancora mi ospita in attesa che la mia divenga pronta qui accanto… Ma non c’è fretta: questa esperienza mi sta insegnando ad avere pazienza… e ce ne vuole tanta 🙂

J

Ora fuori piove quasi tutti i giorni, dunque, per non perdere tempo, lo scorso fine settimana abbiamo cominciato ad imbiancare ed ora questa è la mansione che occupa gran parte della mia giornata.

bty

E tra una spennellata ed un’altra mi presento in semenzaio per controlli attenti alla crescita delle piantine ed al loro fabbisogno di acqua.

bty

Comunque, è con profondo piacere che vi comunico che siamo agli sgoccioli: la data di “Curmà”, come la chiamano qui nell’Oltrepò Pavese, è fissata per il 24 giugno, il giorno di San Giovanni (speriamo di andare tutti assieme a cogliere questa prodigiosa erba, che è l’Iperico, dunque! La “Curmà” è la festa durante la quale si invitano amici e familiari e soprattutto gli artigiani che hanno lavorato alla realizzazione della casa. Durante questa occasione si accende il camino per inaugurare la casa si brinda, si canta (e speriamo anche di danzare sulla terrazza sotto le stelle) e si passa una bella serata! Se qualcuno di voi passasse di qui è il benvenuto, altrimenti vi aspettiamo in seguito! 😉

 

Eggià! Quasi me lo dimenticavo: stiamo a Borgo Priolo (PV). Chi fosse interessaro mi scriva per avere indicazioni precise.

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Si aprono le porte alla mia nuova realtà erboristica!

Ritrovati gli scarponi siamo stati subito pronti a rimboccarci le maniche per la nuova stagione erboristica!

Dopo una lunga pausa invernale amici miei non è stato difficile: la voglia di sporcarsi le mani di terra e sentire il profumo del lavoro sulla pelle è davvero tanta!

E dunque inizia una nuova avventura per me, Pois Raw, che ora non son più sola: ad addolcire le mie giornate c’è il mio compagno M. Insieme abbiamo un bel progetto: quello di far partire una realtà erboristica che diventi il nostro nido e trampolino di partenza ed ispirazione, oltre che luogo dove portare le nostre esperienze carpite in qua e in là da persone, maestri e saggi.

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La pioggia primaverile non sembra sempre d’accordo, ma ci consente intervalli di riposo davanti al focolare tra i momenti di lavoro fuori e soprattutto riempie le falde acquifere che daranno da bere alle nostre piantine quest’estate. Le piogge che si ripetono in questi giorni aiutano anche i nostri semini del sovescio multi floreale distribuiti su parte del terreno due settimane fa a germinare. In questo modo anche le api quest’anno potranno avere rifornimento di nettare  gironzolando qua e là tra tutti i colori.

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Insomma i presupposti sono buoni per potere passare la prossima stagione tutti insieme in compagnia felicemente nella speranza che anche la pioggia si ripresenti  e  le gelate aspettino il prossimo inverno.

Vediamo un po’ dunque cosa manca…

Ah! Le piantine!!!

😉

Le piantine sono in fase di produzione: in questi giorni potrò finalmente seminare in semenzaio, anch’esso in fase di compimento e ringrazio per questo Mattia e il nostro vicino F. che si impegnano ad aiutarmi.

 

Da un anno a questa parte non solo abbiamo preso la splendida decisione di dedicarci a questo progetto, bensì anche quello di andare a vivere nella casa che i genitori di M. hanno ristrutturato. Questo loro dono ci permetterà di includere nel progetto la possibilità di offrire ospitalità di vario genere ed organizzare eventi erboristici, del benessere o artistici.

Finalmente la casa è quasi pronta grazie all’aiuto di muratori e artigiani locali ed ora cominciano i primi ritocchi interni tra cui quello che è stato lo “svecchiamento” e decoro dei mobili della cucina che mamma D. mi ha aiutata a fare in stile shabby chic o chic decò vintage. Il risultato è stato inaspettato ma bello J e soprattutto è stato divertente condividere questo laboratorio con lei!

Durante questa splendida esperienza in divenire e piena di sorprese, (come ogni cammino), il mio impegno si aprirà a 365°, da una parte per la moltitudine di attività di cui ci occuperemo per rendere la fattoria operativa . Sull’altro versante voglio far “crescere” anche il terreno dei miei genitori sui monti Bergamaschi. Qui la vecchiaia degli Abeti rossi con cui sono cresciuta ogni estate da che sono venuta al mondo ha costretto mamma e babbo a trasformare quella che era considerata una delle più belle “pinete” della valle in prato. Questo è il luogo dove gli scorsi anni ho potuto cominciare a mettere in pratica alcune delle nozioni pratiche e teoriche che avevo imparato durante le varie esperienze. La volontà dei miei genitori è quella di renderlo un frutteto dove anche gli alberi dei nostri boschi bergamaschi possono essere accolti.

Ecco allora che io voglio affiancarli per quanto mi sarà possibile conciliando il lavoro che mi impegnerà tanto qua nell’Oltrepò  Pavese, dove stiamo io ed M., con quello del frutteto in Val Gandino di mamma e babbo.

Le cose che vorrei fare sarebbero tantissime ancora, ma credo che per l’anno questi obbiettivi siano già un bel traguardo da raggiungere.

Dunque: pronti! Partenza! Via!

Senza guardarsi indietro, se non per imparare da ogni esperienza!

E come mai vi ho raccontato tutto questo?

Ah sì! Volevo giusto rendervi partecipi degli innumerevoli cambiamenti e soprattutto invitarvi a seguirmi per trascorrere quest’esperienza insieme e crescere insieme e, chissà, magari a partecipare a qualche iniziativa durante il corso degli eventi.

“Le vie del Signore sono infinite!”

Chi lo diceva? Ah già! La Bibbia! Beh aveva proprio ragione!

In gergo inglese si dice “Stay tuned!”, che significa…no dai! Non ve lo traduco XD
Amici miei imparate l’inglese se non lo conoscete: apre un sacco di porte!

P.s. Presto caricherò un sacco di foto!