E così è successo: abbiamo lasciato il Laos.
Il tempo là è stato così magico, così appagante, le persone belle, i paesaggi mozzafiato, le esperienze “fullfilling”….che non ho praticamente mai avuto modo di aggiornarvi. Il Laos ci è piaciuto talmente tanto che ci sembra ieri quando siamo entrati nel Paese…il tempo lì è trascorso piu velocemente… è un’ingiustizia!
La capitale era un “must” da visitare dunque dopo Tham Kong Lor ci siamo andati. Là abbiamo visitato templi in città e fuori città…abbiamo risolto un piccolo problemino burocratico ,(estensione del visto), ed abbiamo visitato uno dei monumenti più importanti del Laos: lo Stupa dorato Pha That Luang.
Da lì ci siamo spostati a Vang Vieng. Attorno a questo luogo abbiamo compenetrato le buie viscere della terra. Infatti anche qui, come a Kong Lor, le montagne rocciose a strapiombo sono state modellate internamente da penetrazioni acquose lente e profonde…
Non siamo riusciti a fermarci dietro i divieti o a seguire il consiglio di non andare oltre… Quello che ci ha spinti a strisciare, talvolta, per raggiungere le camere successive delle caverne, forse, è stata la consapevolezza che quei momenti ERANO, che non potranno essere più, e che li stavamo vivendo noi, lì…nessuno ce li aveva raccontati.
Curiosità, stupore, paura, talvolta, ci hanno fatto sentire vivi…e me la ricordo la connessione che ho provato in quei momenti con la Natura.
Non ci sono altre parole da aggiungere.
Nell’ultimo periodo siamo stati a Luang Prabang, una città coloniale francese: un gioiellino!
Ci è servito un po’ ricominciare a tastare un po’ di Europa per prepararci all’imminente partenza….
Luang Prabang è una meta desiderabile ed alla portata di coloro che vogliano cambiare aria, ma non abitudini: infatti offre tutto ciò che un europeo potrebbe ritrovare in patria, ma in una dimensione accogliente, dove tutto è raggiungibile a due passi e dove i Laoziani sembrano stare divinamente….
Ci è sembrato di trovarci a Spectre: chi ha mai guardato “Big Fish”, (capolavoro di uno dei miei registi preferiti), potrà intendere la sensazione.
Ad una trentina di km da Luang Prabang si trovano la cascata Kuang Si. Abbiamo avuto la gioia di visitarle e venire “spruzzati” dalla sua potenza. A qualche km a piedi piu su delle cascate è stato possibile vederne anche la sorgente: una pozza d’acqua, apparentemente, calma.
È stata una piacevole sorpresa trovare lì, dentro il Parco delle cascate una riserva di orsi a tremendo rischio di estinzione nelle foreste del Lao, il Moonbear. Queste creature sono cadono nelle avide mani dei bracconieri che li cacciano per le loro zampe (usate per la preparazione di zuppe) e per la loro bile (che viene usata in Medicina tradizionale cinese per la cura di patologie epatiche e per rinforzare il fegato). Povere creature… Nella riserva ne abbiamo visti cinque, ciascuno con un nome e delle abitudini ed attitudini.
Simpaticissimi!
Una Natura incredibile…
Ragazzi!
Ma che ve lo racconto a fare?!?
Dovete veniiirciiii!!!!
E non è finita qui!!!
Subito dopo Luang Prabang abbiamo viaggiato a Luang Namtha!!!! Pensavamo di non riuscire a permettercelo, invece siamo riusciti a partire per una spedizione nella giungla del Laos in zone a pochi (dico davvero pochi) km di distanza dalla Cina. Nella spedizione eravamo in tre coppie e due giide locali. Ho chiamato la spedizione “coping with joy and health the next goal”, vorrebbe significare nel mio inglese un po’ maccheronico “perseguire con gioia e salute il prossimo obbiettivo”… Questo perché i momenti di peircolo ci sono stati: una coppia di ragazzi faceva fatica a reggere il passo su per le scoscese pendici della giungla Nord della Nam Ha National Protected Area, mentre io, il secondo giorno, ho dato spettacolo con un fantastico capitombolo dopo che unaporzione di terreno ha ceduto sotto i miei piedi. Per fortuna tutto apposto 😉
Durante la camminata abbiamo visitato dei villaggi i cui abitanti appartengono ad alcune delle minoranze etniche laoziane. Un villaggio Taidam dove abbiamo cantato, ballato e mangiato e sorseggiato con gli abitanti generosi in occasione del Capodanno della loro etnia e due villaggi Akha. Abbiamo dormito in uno di questi ospitati da una famiglia.
Abbiamo anche avuto tempo prima del pranzo su foglie di banano, il secondo giorno, di fare un bagno nelle GELIDE acque rivitalizzanti di una cascata.
E ce ne sarebbero altre ed altre ancora….quanti volti abbiamo incontrato, quante presenze simpatiche…
…ma il sole oggi è tramontato per noi in Laos e siamo già in Thailandia. Un giorno per noi il sole del Laos sorgerà di nuovo…
Quante cose ancora da scoprire!