Da pochi giorni siamo entrati in quel meraviglioso periodo che è l’Estate: Le giornate piano piano si accorceranno per lasciare di nuovo spazio al buio in cui penetra la notte.
Ma calmi! Il processo è ancora lungo e siamo solo al principio!

Oggi è un giorno speciale: per questo motivo, dopo svariate occasioni in cui sentivo forte il desiderio di scrivere senza soddisfare questa mia necessità in virtù di tutto ciò che c’è da fare qui in fattoria, oggi, il giorno di San Giovanni mi prendo un momento per potervi salutare 🙂

Arrivato senza preavviso in questo nord Italia, il giorno di San Giovanni è una delle occasioni in cui tutto si deve fermare per un momento e ciò che sussurra va ascoltato.

Dunque ascoltiamo le dolci, ferme, sagge parole portate dal vento, dai raggi del Sole, dai colori e dal cuore.
Guardiamoci attorno e scorgiamo nei boschi, nei prati, nei pascoli, nel cielo la poesia di una Natura che oramai non si può più celare.

Oggi è un giorno speciale! E per questo ci vengono offerte molte risorse! Infatti, anticamente, il 24 giugno era la data dedicata alla raccolta delle piante medicinali, poiché, in tale data, l’influenza del sole sulle piante è massima, così come la sua intensità radiante. Che si trattasse di una antica festa pagana, cristianizzata in seguito? Probabile…
Sono molte le piante che, ancora oggi, vengono raccolte durante questo splendido giorno per tradizionali preparazioni di liquori o preparati medicamentosi: è questo il caso, ad esempio del mallo di noce acerbo, per preparare il, cosiddetto, “nocino di San Giovanni”.

Un altra pianta raccolta tradizionalemnte in quest’occasione è l’Hypericum perforatum, l’Iperico, comunemente chiamato, appunto, l’Erba di San Giovanni.

•

E’ una pianta erbacea dai fusti cilindrici (con due linee per tutta la lunghezza) alti fino ad un metro, ramificati nella parte alta. Possiede foglie opposte ovali-ellittiche. I fiori riuniti in corimbi sono gialli intensi con numerosi stami riuniti in tre facetti. I fiori se sfregati tra le dita danno origine ad un colore rosso scuro.

Gli studiosi hanno supposto svariate teorie a cui ricondurre l’origine del nome di questa pianta: Hypericum.
I Romani la consideravano un’erba solare, dunque, il suo nome deriverebbe da Hyperione, il padre del Sole e dell’Aurora. Altri invece vedono in lui la forza rispetto al mondo degli inferi facendo derivare la sua denominazione da “al di sopra”. Infatti, un altro appellativo che l’accompagna è quella di Scacciadiavoli, un tempo “fuga daemonorum” poichè si riteneva che avesse il potere di liberare le case dagli spiriti e veniva dunque appeso in mazzetti sulle porte di ingresso a stalle ed abitazioni, in testata al letto e sulle culle dei neonati. per questo veniva anche usata durante i riti di esorcismo, per liberare gli “indemoniati”.
Millebuchi: così la chiamavano perchè, se guardate in controluce, le foglie risultano cosparse da forellini, che sono, in realtà, ghiandole traslucide: ecco da dove deriva la seconda parte del nome latino “… perforatum”.

Questa pianta vanta un sacco di proprietà sia per uso interno che per applicazioni topiche.
Infatti le infiorescenze gialle come il sole venivano tradizionalmente raccolte durante il giorno di San Giovanni in pieno sole o la notte per catturare tutte le energie latenti nell’aria e nella terra, per preparare un olio medicamentoso grazie all’azione sinergica dei suoi oli essenziali e dell’ipericina dalle proprietà cicatrizzanti, disinfiammanti ed antidolorifiche, lenitive e rigeneranti della pelle. Va applicato su scottature, ma ASSOLUTAMENTE NO prima di esporsi al sole poichè l’ipericina che si libera nell’olio durante la macerazione che avviene al sole risulta fotosensibilizzante. Per la sua preparazione pasta raccogliere le infiorescenze a corimbo quando completamente aperti o in procinto di esplodere dal bocciolo al fiore e riporle in un vaso di vetro. La droga vegetale andrà poi coperta con olio vegetale (oliva EVO, girasole, o altri oli a piacimento). Il contenitore chiuso, (non ermeticamente in modo che anche l’aria faccia la sua parte), dovà essere poi esposto al sole, come anticipato per favorire l’estrazione dei principi attivi, avendo cura di rimescolare odi giorno in giorno per non permettere a muffe di svilupparsi e mantenere le parti della pianta sotto l’olio. Trascorsi dai 15 ai 40 giorni (in media 21-30) è possibile toglierlo dal sole e filtrarlo per poi utilizzarlo.
Per uso interno vengono sempre colte le infiorescenze, ma lasciate essiccare per preparare infusi e tisane dall’azione tonica, sedativa ed antidepressiva. Queste proprietà, dovute alla presenza di ipericina, iperforina e flavonoidi, le conserva anche l’estrazione idroalcolica, in tintura madre fresca, dell’infiorescenza a 65° alcolici.

1

Le sue proprietà erano già conosciute ai tempi della Grecia antica. L’Iperico (dal greco: hyper= sopra, eikon= immagine, ritratto del volto in una materia), ricorda Plinio,, cresceva sulle vecchie statue, ecco perchè si dice che la pianta eserciti un potere sui fantasmi e su altre manifestazioni diaboliche.
Nel Medioevo, a seguito del suo colore giallo, era indicato in disturbi quali l’itterizia, la depressione e l’isteria, mentre a causa dell’intenso colore rosso generato durante l’esposizione al sole ed all’aria del succo della pianta era associato al sangue e Paracelso e chi dopo di lui lo decantarono per uso su piaghe e ferite di varia natura.
Al tempo dei Templari invece fu utilizzato sui soldati allo scopo di non farli perdere d’animo in battaglia poiché la sua energia solare era capace di illuminare le oscurità interiori e scacciare i demoni, come ormai conosciamo anche noi 😉

Ordunque hurrà!
Mano ai cestini questa notte e da oggi in poi nelle giornate di sole fino a che non vedremo scomparire questa pianta nel corso della stagione per lasciare spazio alle sue sorelle.

Facciamone scorta!

Alla prossima puntata fratelli e sorelle!